ZENO, MONTE DEI RAGNI AND AMARONE WINE

In Articles, Eventi Passati by Alessandro Pepe

 

È stato un grande onore aver conosciuto Zeno, averlo sentito parlare e spiegare la propria filosofia di vita. Zeno è un poeta, è un amante della terra, un uomo di altri tempi che riesce a portare avanti un’idea di rispetto e amore per quello che fa in modo nobile, naturale e elegante.

Alla Rimessa Roscioli è stata la prima volta di una degustazione sull’Amarone, un vino che spesso passa in secondo piano di fronte a un Bordeuax o a un Barolo, ma che con un produttore, o meglio un artigiano del vino, come Zeno si è affermato nei ricordi e nella mente dei presenti.

Il vino è vita e sentire un uomo parlare della propria produzione partendo dal presupposto che l’Agricoltura è un modo per prendersi cura e non per sfruttare qualcosa o qualcuno non è comune. Però attenzione, l’approccio di Zeno non ci ha portato a cadere nella ricerca schizzofrenica di vino naturale o “confecionary”, non siamo andati a delineare uno spartiacque per stabilire un punto di riferimento.

Con Zeno siamo andati a scoprire il perfetto bilanciamento fra quei poli opposti che spesso ci rendono malati quando andiamo ad assaggiamo il vino, perché come dice lui stesso “L’approccio naturale e il rifiuto dell’artificio ha portato a includere difetti e puzze sotto la grande voce Naturale, ma il vino se non è buono non è buono”.

Zeno e Monte dei Ragni  “Il Vino è un compendio, fa parte di un universo più grande. È interessante e istruttivo, una volta iniziato è difficile smettere.” Così Zeno ha iniziato la sua degustazione, parlando di sé, di come è nato il suo legame con la terra e con l’uva. Fin da piccolo ha avuto a che fare con il vino, la sua era una famiglia povera e da sempre ha lavorato.

Ha travasato per la prima volta il vino a 8 anni, e a 5-6 anni è entrato nella prima botte per rischiarla, i bambini erano gli unici che riuscivano a passarci dentro per pulirle. Come sostiene lui stesso una serie di eventi lo hanno portato ad arrivare oggi alla consapevolezza che ha sulla produzione.

Ma qui si parla di vita e non di serie di eventi fortunati, di costruzione di un vino dal principio, di studi, ricerche e prove che per sviluppare al meglio l’essenza e la combinazione di uve della Valpolicella. Zeno non ha finito gli studi, e questo gli ha permesso di non allontanarsi mai dall’uva, ha sempre lavorato nel mondo del vino e negli anni si è costruito una conoscenza pratica e teorica fondamentale.

Come succede in tutte le più grandi storie d’amore, anche lui a un certo punto ho avuto un rifiuto del vino. Era un periodo in cui ciò che veniva venduto era diverso da quello che realmente era, in cui era svanito il rispetto profondo verso la storia, verso ciò che rappresenta il vino. Per Zeno questo è stato un momento in cui è arrivato al punto di dire che il vino non si poteva più fare perché l’uomo l’aveva trasformato troppo.

La sua lontananza però è durata poco, ha conosciuto la moglie, con un’azienda storica di famiglia da più di 400 anni, e con lei è ripartita la sua passione. E anche qui si è delineato un altro percorso, fatto di basi e principi solidi. La terra era tutta su un colmo di un monte. Di solito in Valpolicella la parte buona è a est, dove arriva il sole della mattina, che non scotta e non brucia l’uva, e la vigna era e è a est.

Avere un vigneto sul colmo, o unghia, è una fortuna e, come sostiene Zeno, “non puoi sputarci sopra”. Poi si è aggiunta un’azienda affittata per molti anni tornata nella proprietà. Un’azienda che non ha assecondato il mercato della Valpolicella degli anni ‘70/’80, ma che ha mantenuto il vecchio sistema, senza stravolgere la terra.

Quindi con le vecchie vigne sempre attive, vigne preziose che danno un’uva diversa, che si può modificare senza molti artifici. I vini degustati Bianco, Valpolicella, Amarone e Passito, questi i vini degustati alla Rimessa. Il bianco? Sì il bianco. È vero che la Valpolicella è una terra più da rossi che da bianchi. Ma Zeno ha vinificato in bianco la garganega e la malvasia istriana e ha deciso di farlo in anfora.

La sua idea di lavorare con materiali naturali lo ha portato a questa scelta, perché il legno non era adatto a questa fermentazione, andava a coprire troppo l’uva, mentre il cemento in vetro non era di suo gradimento. Il risultato? Un vino equilibrato, bilanciato, pulito e preciso. I rossi tutti di perfetta integrità sia verticale che orizzontale, con mineralità e vita elegante e concreta.

Lista dei vini degustati

  • Bianco In Anfora Monte dei Ragni
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2011
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2010
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2005
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2008
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2005
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2004
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2003
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2001
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2000
  • Passito Monte dei Ragni

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È stato un grande onore aver conosciuto Zeno, averlo sentito parlare e spiegare la propria filosofia di vita. Zeno è un poeta, è un amante della terra, un uomo di altri tempi che riesce a portare avanti un’idea di rispetto e amore per quello che fa in modo nobile, naturale e elegante.

Alla Rimessa Roscioli è stata la prima volta di una degustazione sull’Amarone, un vino che spesso passa in secondo piano di fronte a un Bordeuax o a un Barolo, ma che con un produttore, o meglio un artigiano del vino, come Zeno si è affermato nei ricordi e nella mente dei presenti.

Il vino è vita e sentire un uomo parlare della propria produzione partendo dal presupposto che l’Agricoltura è un modo per prendersi cura e non per sfruttare qualcosa o qualcuno non è comune. Però attenzione, l’approccio di Zeno non ci ha portato a cadere nella ricerca schizzofrenica di vino naturale o “confecionary”, non siamo andati a delineare uno spartiacque per stabilire un punto di riferimento.

Con Zeno siamo andati a scoprire il perfetto bilanciamento fra quei poli opposti che spesso ci rendono malati quando andiamo ad assaggiamo il vino, perché come dice lui stesso “L’approccio naturale e il rifiuto dell’artificio ha portato a includere difetti e puzze sotto la grande voce Naturale, ma il vino se non è buono non è buono”.

Zeno e Monte dei Ragni  “Il Vino è un compendio, fa parte di un universo più grande. È interessante e istruttivo, una volta iniziato è difficile smettere.” Così Zeno ha iniziato la sua degustazione, parlando di sé, di come è nato il suo legame con la terra e con l’uva. Fin da piccolo ha avuto a che fare con il vino, la sua era una famiglia povera e da sempre ha lavorato.

Ha travasato per la prima volta il vino a 8 anni, e a 5-6 anni è entrato nella prima botte per rischiarla, i bambini erano gli unici che riuscivano a passarci dentro per pulirle. Come sostiene lui stesso una serie di eventi lo hanno portato ad arrivare oggi alla consapevolezza che ha sulla produzione.

Ma qui si parla di vita e non di serie di eventi fortunati, di costruzione di un vino dal principio, di studi, ricerche e prove che per sviluppare al meglio l’essenza e la combinazione di uve della Valpolicella. Zeno non ha finito gli studi, e questo gli ha permesso di non allontanarsi mai dall’uva, ha sempre lavorato nel mondo del vino e negli anni si è costruito una conoscenza pratica e teorica fondamentale.

Come succede in tutte le più grandi storie d’amore, anche lui a un certo punto ho avuto un rifiuto del vino. Era un periodo in cui ciò che veniva venduto era diverso da quello che realmente era, in cui era svanito il rispetto profondo verso la storia, verso ciò che rappresenta il vino. Per Zeno questo è stato un momento in cui è arrivato al punto di dire che il vino non si poteva più fare perché l’uomo l’aveva trasformato troppo.

La sua lontananza però è durata poco, ha conosciuto la moglie, con un’azienda storica di famiglia da più di 400 anni, e con lei è ripartita la sua passione. E anche qui si è delineato un altro percorso, fatto di basi e principi solidi. La terra era tutta su un colmo di un monte. Di solito in Valpolicella la parte buona è a est, dove arriva il sole della mattina, che non scotta e non brucia l’uva, e la vigna era e è a est.

Avere un vigneto sul colmo, o unghia, è una fortuna e, come sostiene Zeno, “non puoi sputarci sopra”. Poi si è aggiunta un’azienda affittata per molti anni tornata nella proprietà. Un’azienda che non ha assecondato il mercato della Valpolicella degli anni ‘70/’80, ma che ha mantenuto il vecchio sistema, senza stravolgere la terra.

Quindi con le vecchie vigne sempre attive, vigne preziose che danno un’uva diversa, che si può modificare senza molti artifici. I vini degustati Bianco, Valpolicella, Amarone e Passito, questi i vini degustati alla Rimessa. Il bianco? Sì il bianco. È vero che la Valpolicella è una terra più da rossi che da bianchi. Ma Zeno ha vinificato in bianco la garganega e la malvasia istriana e ha deciso di farlo in anfora.

La sua idea di lavorare con materiali naturali lo ha portato a questa scelta, perché il legno non era adatto a questa fermentazione, andava a coprire troppo l’uva, mentre il cemento in vetro non era di suo gradimento. Il risultato? Un vino equilibrato, bilanciato, pulito e preciso. I rossi tutti di perfetta integrità sia verticale che orizzontale, con mineralità e vita elegante e concreta.

Lista dei vini degustati

  • Bianco In Anfora Monte dei Ragni
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2011
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2010
  • Valpolicella Ripasso, Classico Superiore Monte dei Ragni 2005
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2008
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2005
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2004
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2003
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2001
  • Amarone Della Valpolicella Monte Dei Ragni 2000
  • Passito Monte dei Ragni

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