Eccoci a presentare un evento unico ed irripetibile. Tutte le annate prodotte a tutt’oggi in degustazione del mitico Nanni Copè. Alcuni di voi già pensano: bella forza, sono solo 5. E’ vero ma provateci voi, da soli, a curare un micro vigneto piantato con un vitigno sconosciuto a ridosso del regno dei Casalesi (ma lontano dalla terra dei fuochi), iniziando affittando spazi e cantine, con lunghi affinamenti e senza l’aiuto di nessuno. Provateci e ditemi se riuscite in 24 mesi dalla partenza a vincere i più prestigiosi premi d’Italia senza foraggiare giornalisti ed affini, senza vaniglia, gomma arabica, lieviti selezionati o corno letami. Provateci a dire la vostra senza appartenere ad un gruppo o ad una setta, investendo nell’autoctono sconosciuto, dalle provincie dei grandi imperi del vino. In un mondo del vino che sta diventando sempre più manicheo, tra apocalittici ed integrati, naturisti e convenzionali ,perle come il suddetto sono rare e sono di un valore unico. Nanni Copè è un vino prezioso perché recupera una tradizione perduta, unico perché non ha eguali, diverso perché non appartiene ad un club del gusto, fondamentale perché si distingue dai BigMac wines d’oltreoceano e dal conformismo radicale ‘riduzionista’ dei vini naturali ( ‘riduzionista’ in senso sia storico che organolettico).
A Giovà, io più di questo non posso dire, poi è capace che sospettano qualcosa
Due ‘modeste’ note del produttore (con commenti in corsivo del redattore)
Un uomo, una vigna, un vigno (evvai!). Nanni Cope’ è una delle più piccole aziende di vino d’Italia (e anche uno dei più piccoli vigneron, 155cm), ma al tempo stesso una delle più interessanti. Vigna Sopra il Bosco si estende per soli due ettari e mezzo, su bellissimi suoli sabbiosi di arenaria, in pendenza, in una zona di venti costanti, esposta a nord, condizioni ideali per uno dei più nobili vitigni autoctoni italiani, il Pallagrello Nero(palla…che?). Per vini che, anno dopo anno, sembrano indicare una nuova strada per i rossi della Campania e del Sud, una strada di eleganza e bevibilità, senza perdere un millimetro di complessità e profondità (singing and playing it alone).
Per la prima volta in assoluto, una verticale completa di tutte le annate prodotte, rigorosamente in Magnum.
In degustazione
- Sabbie di Sopra il Bosco Terre del Volturno Igt 2008
- Sabbie di Sopra il Bosco Terre del Volturno Igt 2009
- Sabbie di Sopra il Bosco Terre del Volturno Igt 2010
- Sabbie di Sopra il Bosco Terre del Volturno Igt 2011
- Sabbie di Sopra il Bosco Terre del Volturno Igt 2012 (prima presentazione).
In più, una sorpresa mai entrata in commercio e mai degustata.
(Romanée Conti 1990? Non dovevi)
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