In cosa consiste la “wine & food tasting experience” nella Rimessa Roscioli? Cosa ha di diverso rispetto a una degustazione in casa con amici che decidono di comprare una serie di bottiglie scelte in base a un percorso logico e coerente?
Bè, come leggerete di diversità ce ne sono, ma quel che rimane in mente, una volta chiusa la porta in Via San Salvatore in Campo, sono la cultura, l’allegria, la complessità del percorso e l’informale convivialità della serata; il poter assaggiare insieme a commensali attenti e oratori di eccezione, affermati e disponibili, una serie di etichette custodite gelosamente per anni, seguendo una iter preciso, nuovo e formativo, ma allo stesso tempo divertente e appagante.
Prendiamo come esempio la degustazione di lunedì 20 aprile “Adige ed oltre Adige”, durante la quale, oltre al padrone di casa Alessandro Pepe, ad illustrare i vigneti del nord Italia è intervenuto un relatore di eccezione, uno dei massimi esperti dei vini dell’Alto Adige, Dario Cappelloni, fra gli autori di www.doctorwine.it, vice curatore della "Guida Essenziale ai Vini d’Italia", ex collaboratore della guida “Vini d’Italia” Gambero Rosso e Slow Food e dell’Almanacco del Berebene.
Quindici le bottiglie stappate, presentate tramite un percorso di degustazione che ha toccato le cantine sociali dell’Alto Adige e i principale vini di questa zona - oggi al 56% a bacca bianca ma fino a metà degli anni ’70 principalmente rossa - paragonati, sia per storia e che per cultura, alle vicine vigne del Wachau, un territorio a nord ovest di Vienna dove si producono fra i più grandi bianchi del mondo. Tutto condito dagli ottimi prodotti della Salumeria Roscioli, quali ricotta, burrata, robiola di Roccaverano, speck, formaggi di varie stagionature e una gustosa Gricia.
Belle le bottiglie proposte, con un inizio interessante e scoppiettante, un Muller Thurgau Castel Juvale 2010 dalla complessità superiore allo stesso vitigno e note affumicate caratteristiche della Val Venosta, prodotto in un terreno a 800 mt di altezza.
Due i Grüner Veltriner messi a paragone come secondo e terzo vino, uno del Sud Tirolo e uno del Whachau. Il Grüner Veltliner di Christian Kerschbaumer del 2009, un produttore biologico che cerca maturazioni spinte e vinifica in botti di acacia di 25 ettolitri, ha aperto la strada al Nikolaihof 2006, uno dei migliori vini della zona, di un’annata strepitosa, caratterizzata da una giovinezza ancora viva e da un grande lavoro biodinamico portato avanti da più di 20 anni.
Per quarto vino siamo poi tornati in Sud Tirolo, con precisione a 5 km a sud est di Brixten, con una bottiglia di Sylvaner di Peter Prigen, una specie di “sciamano delle vigne” che non utilizza rame, trasmette musica in cantina e cura le piante con la pranoterapia.
A seguire una carrellata dei migliori vitigni dell’Alto Adige e quindi Manni Nossing anno 2006, un Kerner, fra i vini che hanno reso nota la Val d’Isarco, dalle spiccate note saline, e un Pinot Bianco, forse uno dei vitigni che cresce meglio in questa zona, Vorberg, Kellerai Cantina Riserva 2002, di uno dei produttori di bianco più grandi del mondo con una produzione che arriva a 1 milione e 200 mila bottiglie annue, da tenere presente che parliamo di cantina sociale.
Siamo poi passati al Sauvignon con due Terlani, il Manincor 2008 lavorato in biodinamico dalla fine degli anni ‘80, e il Kuartz 2000, un vino impressionante nella sua struttura e complessità, che regge senza problemi il confronto con i grandi vini della Loira.
Alla nona bottiglia sono poi arrivati Riesling, con due etichette della Val Venosta, due della Valle Isarco e tre del Wachau. Per la Val Venosta abbiamo assaggiato un Falkenstein del 2006 di Franz Pratzner, il primo produttore che ha rischiato di fare un impianto a 13.000 ceppi per ettaro, ricercatore attento in una zona che si sta sviluppando in queste produzioni, e il Riesling Lage Windbichel Castel Juval del 2009, un vino infinito in bocca, di una densità impressionante che non fa avvertire assolutamente il rischio dovuto alla calda annata. Siamo poi passati al Kofererhof Weingut 2010 fine, erbaceo e di un’annata molto felice e al Kuenhof Keiton di Peter Priger, magro per la giovinezza delle vigne, crudo e verde.
A concludere il percorso tre grandi Riesling del Wachau, il Weingut Knoll 2006 giovane e complesso con chiari sentori di spezie orientali e profumo di salsedine, il Weissenkirchner Achleiten Riesling Smaragd 2000 di Rudi Pichler, dalle maturazioni spinte e con un corpo che rispecchia in pieno la straordinaria annata austriaca, e lo Smaragd 2006 di Franz Hirtzberger, che arriva da una zona che da vita a vini freschi a causa dell’austerità del clima.
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